Crannone. Debiti e doni nel II secolo a.C.
Crannone – 1932
La storia di questa iscrizione della Crannone (Κραννών) antica ha inizio nell’autunno rovente greco del 1932, quando il governo greco prima abbandonò il sistema aureo (gold standard) e successivamente dichiarò l’insolvenza del debito pubblico.
In quell’autunno del 1932 l’archeologo francese Yves Béquignon trascorreva le sue vacanze a Larissa in Tessaglia e forse stava leggendo il secondo fascicolo del nono volume delle Inscriptiones Graecae, dedicato alle iscrizioni rinvenute in Tessaglia.
Béquignon si era interessato a una particolare iscrizione che era stata ritrovata nel 1887 e che non era stata trasporta a Larissa, perché parte del muro di una chiesa dedicata a San Giorgio del piccolo villaggio di Boukhlar (Μπουχλάρ) a una ventina di chilometri a sud-ovest. Oggi questo piccolo villaggio è parte della provincia di Larissa con il nome di Agios Georgios (Άγιος Γεώργιος).

Béquignon arrivò nel piccolo villaggio convinto di controllare e di studiare un’iscrizione della vecchia Crannone, ma scoprì che il blocco con l’iscrizione era stato asportato dalla chiesa ed era stato spostato nel cortile. L’archeologo dovette rimanere meravigliato nel vedere che sul blocco non c’era solo un’iscrizione, ma addirittura ce ne erano quattro, una per ogni lato. Béquignon trascrisse tutte le iscrizioni e in particolare quella sulla faccia posteriore, lunga ben quaranta righe.
BCH 59 (1935), 37 – Moretti, ISE n°99 (Testo originale)
Moretti, Luigi. Iscrizioni storiche ellenistiche. Testo critico, traduzione e commento, vol.II, Firenze, La Nuova Italia Editrice, 1976, pp. 71-72.
«Il 2 del mese Homoloios, essendo stratego dei Tessali Krateraios figlio di Diodoros da Larisa, e tagoi (di Crannone) Pheidon figlio di Kratippos, Antiphanes figlio di Kratippos, Pheidon figlio di Eudoxos, Pantauchos figlio di Agasikrates, Anaxippos figlio di Marsyas, e tesorieri Menandros figlio di Philokles, Philokles figlio di A(ri)stodamas. Poiché la città versa in gravi debiti per le guerre che l’hanno pressata da ogni parte e i debiti si trascinano già da molto tempo, su proposta di Anaxippos, figlio di Marsyas, sembrò bene al koinòn della città che è conveniente e opportuno per i cittadini che ciascuno, dalle proprie personali sostanza, venga in aiuto della città sicché essa possa liberarsi se è possibile di tutti i suoi debiti, o se non è possibile, almeno della massima parte di essi; e che quelli che lo vogliano, annuncino alla città, in assemblea, ciascuno nella misura in cui vorrà, il dono alla città per i debiti surriferiti; e ne prendiamo impegno durante la strategia di Krateraios; e la città lodi quelli che avranno preso l’impegno in modo che sia chiaro a tutti che la città è memore di coloro che le hanno recato beneficio; e i tesorieri si diano cura a che, da parte di coloro che si sono impiegati, il versamento delle somme sia fatto alla città corrispondentemente agli impegni; e si trascrivano coloro che si sono impegnati su una stele di pietra, ciascuno di loro col nome paterno, nell’ordine in cui si sono impegnati, per primo colui ce per primo ha preso l’impegno, e gli altri che han preso l’impegno successivamente, secondo la quantità (del denaro promesso); e la stele sia posta sull’acropoli nel luogo più eminente (—-) e i tesorieri si diano cura a ce sia trascritta una copia di questo decreto ove sembri opportuno; e si registri la spesa occorrente nei costi della città.»
Crannone – 168 a.C. (circa)
L’iscrizione è piuttosto difficile da datare per la mancanza di dati certi sui diversi personaggi nominati ad esclusione di Krateraios che fu stratega dopo il 168 a.C.. In questa metà del secondo secolo la Tessaglia fu al centro di diverse guerre tra Roma e i Regni ellenistici. Crannone e altre póleis tessale subirono i danni diretti e indiretti di queste guerre tra occupazioni militari, requisizioni del raccolto e del bestiame, saccheggi e distruzioni. In particolare Crannone nel 191 fu occupata da Antioco III1Livio, Storia di Roma, XXXVI, 10, 1 per essere immediatamente liberata dal console Manio Acilio Glabrione2Livio, Storia di Roma, XXXVI, 14, 10-11; nel 171 in piena terza guerra macedonica i Romani si accamparono nei pressi di Crannone requisendo il raccolto3Livio, Storia di Roma, XLII, 64, 1-2.




La terza guerra macedonica si concluse con la sconfitta del re macedone Perseo nel 168, e Crannone dovette avviare la ricostruzione sotto il nuovo dominio romano. Le casse cittadine erano vuote ed era difficile non solo finanziare la ricostruzione e l’approvvigionamento dei viveri, ma soprattutto pagare i diversi debiti contratti negli anni precedenti. A Crannone come in altre poliés le casse cittadine furono rimpolpate con la richiesta ai cittadini più ricchi di una volontaria donazione (ἐπίδοσις). L’iscrizione sembra suggerire che a Crannone la situazione fosse disperata, perché a differenza di altre iscrizioni di questo genere mancano sia il motivo della donazione che le somme donate, quasi che fosse stato necessario raccogliere una somma ben consistente in pochissimo tempo. Negli stessi anni a Oropo si chiedevano donazioni per ricostruire la cinta muraria4Moretti, ISE n°61; precedentemente a Larissa le donazioni servivano per costruire un ginnasio e tra i donatori spiccavano re Perseo e suo padre Filippo5Moretti, ISE n°102.
Nell’assemblea dei cittadini alla presenza dei magistrati supremi i benefattori giuravano di concedere un prestito alla città senza chiederne la futura restituzione6Ἐπαγγελία. Giuramento fatto dinnanzi alle statue degli dei o a quelle degli eroi eponimi. I magistrati, nel caso di Crannone i tagoi, ordinavano di far iscrivere i nomi dei benefattori e spesso la somma donata. La stele era posta nell’acropoli ed eventuali copie poste in diversi punti della città.
«E, quando nell’assemblea popolare si sottoscrivono i contributi, si alza senza dare il suo nome o se ne svigna tra la folla.»
Teofrasto, I caratteri, XXII, 3-4. [Edizione BUR, traduzione di Giorgio Pasquali]
Questi sono i tipici comportamenti dell’avaro meschino7Colpevole di ἀνελευθερία secondo Teofrasto, filosofo del IV secolo a.C. e soprattutto successore di Aristotele alla direzione del Liceo. Le parole di Teofrasto rivelano che alcuni cittadini non volevano diventare i benefattori della città. Oggi si potrebbe supporre maliziosamente che quel volontario ἐπίδοσις letteralmente significasse donazione, ma realmente potrebbe essere considerato un prelievo forzoso ante litteram. In alcuni passi delle orazioni di Demostene, contemporaneo di Teofrasto, si nota che la pratica della ἐπίδοσις fosse ampiamente sfruttata nella lotta politica del IV secolo a.C., in questi ultimi sussulti di libertà del mondo ellenico, prima del dominio macedone e successivamente di quello romano. Demostene esalta chi ha donato8Demostene, Orazioni, XVIII (Sulla corona), 112 e 171; ma anche Lisia, Orazioni, XXXI (Contro … Continue reading e critica aspramente chi si è tirato indietro9Demostene, Orazioni, XXI (Contro Midia), 161; ma è il suo probabile maestro Iseo che ci testimonia il destino di quei finti benefattori bravi a rimangiarsi la parola data e la somma promessa.
«… ed il suo nome ne stava registrato avanti agli eponimi nelle pubbliche tavole turpemente come di colui che nei bisogni della patria, promettendo spontaneamente al popolo di recar denaro, fu mancatore della promessa.»
Iseo, Orazioni, V (Per l’eredità di Diceogene), 38. [Traduzione di Giuseppe Spezi, Roma, 1844, p.125]
Iseo nel descrivere le numerose insolenze di Diceogene III, cacciatore di eredità e carogna di primissimo ordine, aggiunge il suo essersi tirato indietro nel donare trecento dracme per la liberazione di Lecheo. A dimostrazione di tale meschinità il nome di Dioceogene fu iscritto su una “stele della vergogna” (αισχιστον ἐπίγραμμα) posta sotto le statue degli dei eponimi.
Bibliografia
- Yves Béquignon, Études Thessaliennes: VII. Inscriptions de Thessalie in Bulletin de Correspondance Hellénique; vol. 59, 1935, pp. 36-77
- Iscrizioni storiche ellenistiche: testo critico, traduzione e commento a cura di Luigi Moretti, vol.II (Grecia centrale e settentrionale), Firenze, La Nuova Italia, 1976
- Michel Austin, The hellenistic world from Alexander to the Roman Conquest: a selection of ancient sources in translation; Cambridge, Cambridge University Press, 2006
- Testo originale in greco su Searchable Greek Inscriptions
Note
↑1 | Livio, Storia di Roma, XXXVI, 10, 1 |
↑2 | Livio, Storia di Roma, XXXVI, 14, 10-11 |
↑3 | Livio, Storia di Roma, XLII, 64, 1-2 |
↑4 | Moretti, ISE n°61 |
↑5 | Moretti, ISE n°102 |
↑6 | Ἐπαγγελία |
↑7 | Colpevole di ἀνελευθερία |
↑8 | Demostene, Orazioni, XVIII (Sulla corona), 112 e 171; ma anche Lisia, Orazioni, XXXI (Contro Filone), 13 |
↑9 | Demostene, Orazioni, XXI (Contro Midia), 161 |