Il duca di Normandia e la Scuola medica salernitana
Il duca di Normandia: Roberto II Cosciacorta
Roberto II è il duca di Normandia, fratello maggiore del re d’Inghilterra Guglielmo il Rosso, figlio del vincitore di Hastings e primo re normanno d’Inghilterra Guglielmo il Conquistatore. Il duca è conosciuto come il Cosciacorta (Brevis-ocrea – Stivali corti) per la sua bassa statura ed è stato descritto dai cronisti tanto come un ottimo combattente quanto un irascibile facilmente influenzabile.
«Tutti sapevano che il duca Roberto fosse indolente e imbelle, e perciò gli scellerati lo disprezzavano e le ingannevoli fazioni lo fomentavano a loro piacere. Senza dubbio il duca era audace e forte, e degno di molta lode, eloquente nella conversazione, ma sconsiderato nel governo di sé stesso e dei suoi: prodigo nello spendere, largo nel promettere, incauto e debole per simulare, misericordioso verso i supplici, imbelle e mansueto nel portare la giustizia sopra l’ingiustizia, incostante nella spiegazione, troppo blando e arrendevole nella condotta con tutti quanti, e perciò spregevole ai falsificatori e agli stolti; inoltre era di statura basso e grosso, e perciò fu chiamato dal padre Brevis-ocrea. Egli stesso si preoccupava di piacere a tutti, dava a tutti ciò che chiedevano o prometteva, oppure concedeva. Prodigo, diminuiva quotidianamente il dominio dei suoi antenati, garantendo scioccamente a ciascuno ciò che chiedeva; ed egli stesso si impoveriva di più, perché rafforzava gli altri contro se.»
Orderico Vitale, Historia Ecclesiastica, vol.III, 8, 1. – [Traduzione personale]
Il Cosciacorta mai divenne re d’Inghilterra pur essendo il primogenito, sempre in conflitto con i due fratelli Guglielmo ed Enrico, ribelle al padre per ben due volte, esule alla corte dei conti fiamminghi o a quella del re di Francia, girovago per l’Italia1Orderico Vitale, Historia Ecclesiastica, vol.II, V, 10, A.D. 1077; William of Malmesbury’s … Continue reading. Le ultime volontà del Conquistatore furono che il secondogenito Guglielmo diventasse re d’Inghilterra, mentre l’irrispettoso primogenito si limitasse a essere riaccolto in famiglia e a governare il ducato di Normandia2Matteo Paris aggiunse una personale nota al suo manoscritto nella quale paragonava Roberto II a … Continue reading.
Il duca di Normandia di ritorno dalla crociata
Prima metà del 1099 il duca di Normandia è sbarcato a Brindisi di ritorno dalla vittoriosa prima crociata dove si è distinto nelle principali battaglie e forse addirittura abbia rifiutato la corona del neonato regno crociato di Gerusalemme3William of Malmesbury’s Chronicle of the kings of England… p.421. Questo viaggio di ritorno non è stato uno dei migliori, perché una ferita superficiale al braccio causata da una freccia non è stata superficialmente trattata e si è infettata creando una brutta e dolorosa fistola.
Al di là della ferita in Italia Roberto decide di prendere moglie e si accorda con il normanno Goffredo, conte di Conversano e signore di Monopoli, Brindisi e di Nardò, per sposare la sua ultima figlia, la diciannovenne Sibilla4Guglielmo di Jumièges, Historiae Normannorum, VIII, 14, A. Il matrimonio non solo salda un’alleanza tra Normanni del Nord e quelli del Sud, ma consegna a Roberto una cospicua dote che gli servirà per riscattare il suo ducato dal fratello Guglielmo, ducato ipotecato per poter partecipare alla Crociata5Anche se sembra che abbia sperperato tutta la somma in buffoni e parassiti. William of … Continue reading.
Nell’agosto di questo soggiorno italiano del duca di Normandia un messaggero gli comunica la morte del fratello Guglielmo: il re d’Inghilterra è scomparso durante una battuta di caccia ed è stato ritrovato morto dopo ventiquattro ore, ucciso da una freccia conficcata nel petto. La classica freccia maligna che manca il cervo, ma rimbalza e uccide casualmente un sovrano non molto amato dalla nobiltà e dal clero, un sovrano che non aveva avuto eredi legittimi6Tre sono le teorie sulla morte di Guglielmo il Rosso: omicidio, incidente e addirittura … Continue reading. Roberto deve correre in Inghilterra, reclamare il trono vacante prima che qualche nobile locale o addirittura il fratello Enrico possa anticiparlo.
La partenza del duca di Normandia e della sua nuova moglie deve essere rinviata, perché le condizioni della ferita sono peggiorate e lo stesso duca rischia la vita. Il suocero del duca decide di far chiamare diversi medici da Salerno, sede della più grande istituzione medica del tempo: la Scuola. Circondata da monasteri benedettini e uno dei principali porti del Mediterraneo la Salerno del X° secolo era conosciuta soprattutto per la Scuola, dove continuava a essere studiata e praticata la medicina empirica e la farmacologia; scuola laica nella quale erano copiati e tradotti i grandi trattati di medicina del passato come quelli di Ippocrate, Galeno, Sorano d’Efeso e ovviamente Aristotele; tradotti anche i trattati di medicina del mondo arabo (fondamentale è la figura di Costantino l’Africano); ma sono scritti anche nuovi trattati come quelli di Garioponto, di Tortula e dell’arcivescovo di Salerno Alfano.
[Il vescovo di Verdun Adalberto II] Egli fu davvero onesto e umilissimo, ma fu fortemente infermo, e tanto sopportò la malattia del suo corpo che nello stesso anno della sua elezione (985) aveva domandato di essere portato a Salerno (Scuola di Salerno) accompagnato dai nostri. Allora qui soggiornò, e non potendo essere curato dai medici, ritornando dall’Italia fu assalito dalla morte…
Gesta Episcoporum Virdunensium, 6, 10-14 – [Monumenta Germaniae Historica, IV, Hannoverae 1841, p. 47] – [Traduzione personale]
Secondo i medici salernitani la ferita sul braccio del duca non è una semplice ferita infetta, ma un lento e doloroso avvelenamento, perché la punta della freccia era stata avvelenata; inoltre l’unico modo per salvare la vita del duca è succhiare il veleno dalla ferita, ma chi lo avrebbe fatto sarebbe morto a sua volta. Scudieri, cortigiani, compagni del duca sono pronti al sacrificare la propria vita per il loro signore, ma il duca rifiuta: preferisce morire che essere la causa della morte altrui. Tutti accettano le volontà del duca, ma non la giovane moglie Sibilla che di notte succhia il veleno dal corpo del duca addormentato. Il duca sopravvive e torna in Normandia, mentre la sua bellissima e virtuosa moglie ridotta a uno corpo rinsecchito per colpa del veleno è seppellita dai medici salernitani. Questa storia, anzi questa leggenda, è raffigurata in una miniatura di un manoscritto contenente il Liber canonis medicinae di Avicenna.




Storicamente il duca con moglie viva parte verso la Normandia e giunto lì ringraziò Dio per il ritorno dalla crociata con un pellegrinaggio a Mont Saint-Michel per poi consumare il matrimonio con la giovane Sibilla7Orderico Vitale, Historia Ecclesiastica, vol.III,, 10, 16, 1100 A.D.. Due anni dopo Sibilla muore dando alla luce Guglielmo Clito8William of Malmesbury’s Chronicle of the kings of England… p.421 ed è seppellita nella cattedrale di Rouen, mentre il marito dovrà combattere contro il fratello minore Enrico il Chierico per il trono d’Inghilterra, venendo sconfitto e imprigionato, trascorrendo gli ultimi suoi giorni in un lontano castello in Inghilterra, una prigione dorata come tramandata dai cronisti dell’epoca9Orderico Vitale, Historia Ecclesiastica, vol.III,, 11, 23, 1106 A.D..
Il dono della Scuola medica salernitana
Esiste un’altra leggenda su Roberto II e la Scuola medica salernitana spesso citata insieme a quella della ferita avvelenata10Joh. Gerardi Vossii, De philosophia et philosophorum sectis libri II, Apud Adrianum, 1658, XII, … Continue reading. Il duca è nella stessa Salerno e riceve la visita di Giovanni da Milano, il principale medico della Scuola, che gli fa un particolare dono: il dettato di un piccolo manualetto di medicina e di igiene, composto da centotré sentenze in un latino semplice, sentenze da imparare a memoria. Il dono di Giovanni da Milano è conosciuto come il Regimen sanitatis Salerni o Flos medicinae, e avrà un’immensa fortuna. La prima edizione manoscritta fu quella del medico, alchimista e soprattutto eretico11Sull’Arnaldo eretico. François André A. Pluquet, Dizionario dell’eresie, degli … Continue reading valenciano Arnaldo da Villanova nel XIII° secolo, che commentò le sentenze, ma non si preoccupò di ricostruire la storia dell’opera. Dal 1479 furono stampate numerose copie del Regimen, più di trecento, non solo il testo originale o il commento, ma anche l’inserimento di altre sentenze pescate da altri codici medievali ritenute parte di un codice originale andato perduto.




DEI RIMEDI GENERALI
Regimen sanitatis Salerni, I – [Traduzione di Pietro Magenta (1834)]
«Questo scrisse al re anglicano
l’Ateneo salernitano:
se dai mali vuoi guardarti
se vuoi sano ognor serbarti,
le rie cure da te scaccia:
di frenar l’ira procaccia:
sii nel bar, nel mangiar parco:
quando al cibo hai chiuso il varco,
lascia il desco e il corpo avvia:
del meriggio il sonno schiva:
mai non stringere a fatica
l’intestin né la vescica.
Tutto ciò se ben mantieni,
dì vivrai lunghi e sereni.
Se non hai medici appresso,
farai medici a te stesso
questi tre: mente ognor lieta,
dolce requie e sobria dieta.»
Molti studiosi non si sono preoccupati esclusivamente di cercare altre sentenze del Regimen, ma anche di datare l’opera, di identificare il rex anglorum e Giovanni da Milano. Tuttora si concorda che il Regimen nasca con la prima edizione di Arnaldo da Villanova, il quale raccoglie o addirittura combina sentenze disomogenee sul piano tecnico e su quello stilistico. Giovanni da Milano compare solo in alcuni manoscritti del XV° secolo per poi imporsi se non come l’autore del Regimen, come colui che donò il manualetto al misterioso rex anglorum; molto probabilmente questo Giovanni nasce dall’errata trascrizione di un altro medico omonimo, che sia Giovanni Benedettino, Giovanni Afflacio o Giovanni Saraceno; oppure sia una volontaria creazione del curatore dell’edizione per attribuire una paternità milanese a una delle più importanti opere di medicina del tempo. Il rex anglorum non è stato identificato solo con Roberto II duca di Normandia, ma anche con Edoardo III re d’Inghilterra12Lodovico Antonio Muratori, Antiquitates italicae medii aevi, vol.III, Mediolani, ex Typographia … Continue reading o addirittura con Carlo Magno anticipando la stesura del trattatello a prima dell’istituzione della stessa Scuola13Questa particolare tesi nasce da un manoscritto conservato in Inghilterra con l’intestazione … Continue reading. Una particolare tesi vede il manualetto come dono fatto dai medici della Scuola a tutti quei coronati che passavano per Salerno o che chiedevano i servigi dei famosi medici. Per quanto riguarda il particolare caso di Roberto II, un manoscritto della biblioteca di Parigi datato al 1402, si apre con «Roberto regi scripsit Schola toti Salerni»; infine per la leggenda della ferita avvelenata e del sacrifico della giovane Sibilla è interessante notare che una delle sentenze del Regimen riguardi proprio la cura delle fistole.
CONTRO LA FISTOLA
Regimen sanitatis Salerni, LXXXIII – [Traduzione di Pietro Magenta (1834)
«Prendi zolfo ed orpimento
e ne forma un solo unguento;
poscia aggiungnivi un boccone
di calcina e di sapone;
mesci il tutto, indi con queste
quattro cose insieme peste
fian le fistole discolte,
se le riempi quattro volte.»
Bibliografia
- Johannis Friend, Historia medicinae a Galeni tempore usque ad initium saeculi decimi sexti, Venetiis, apud Sebastianum Coleti, 1735.
- Lodovico Antonio Muratori, Antiquitates italicae medii aevi, vol.III, Mediolani, ex Typographia Societatis Palatinae in Regia Curia, 1740.
- François André A. Pluquet, Dizionario dell’eresie, degli errori, e degli scismi: o sia Memorie par servire all’istoria degli sviamenti dello spirito umano rapporto alla religione cristiana. Tomo primo, Opera tradotta dal francese da Antonio Contin, in Venetia, presso Gian Francesco Garbo, 1771.
- Girolamo Tiraboschi, Storia della letteratura italiana, vol.III.2, Milano, Società tipografica de’ classici italiani, 1823.
- La Scuola Salernitana ossia precetti per conservar la salute. Poemetto del secolo XI ridotto alla sua vera lezione e recato in versi italiani dal Cav. P. Magneta, Pavia, Presso Luigi Landoni, 1835.
- William of Malmesbury’s Chronicle of the kings of England. From the earliest period to the reign of King Stephen. With notes and illustrations. By J. A. Giles; London, Herny G.Boiin, 1847.
- Salvatore De Renzi, Collectio Salernitana: ossia documenti inediti, e trattati di medicina appartenenti alla scuola medica Salernitana, vol.I, Napoli, Tipografia Filiatre-Sebezio, 1852.
- Matthæi Parisiensis, monachi Sancti Albani, Historia Anglorum: sive, ut vulgo dicitur, Historia minor. Item, ejusdem Abbreviatio chronicorum Angliæ; By Sir Frederic Madden, vol. I; London; Longmans, Green, Reader, and Dyer; 1866.
- Pietro Capparoni, “Magistri Salernitani nondum cogniti”: a contribution to the history of the Medical School of Salerno, London, John Bale, Sons & Danielsson, 1923.
- Warren Hollister, The strange death of William Rufus, in Speculum, 1973, vol.XLVIII, n°4, pp.637-653.
- Le regole salutari salernitane, a cura di Luigi Firpo, TEA, 1991.
- Anna Glusiuk, I Rimedi per raffinare la bellezza secondo l’insegnamento di Tortula di Salerno, in Saeculum Christianum, vol.XXII (2015), pp. 23-35.
- Museo Virtuale Scuola Medica Salernitana.
Note
↑1 | Orderico Vitale, Historia Ecclesiastica, vol.II, V, 10, A.D. 1077; William of Malmesbury’s Chronicle of the kings of England. From the earliest period to the reign of King Stephen. With notes and illustrations. By J. A. Giles; London, Herny G.Boiin, 1847, pp.305-306; Matthæi Parisiensis, monachi Sancti Albani, Historia Anglorum: sive, ut vulgo dicitur, Historia minor. Item, ejusdem Abbreviatio chronicorum Angliæ; By Sir Frederic Madden, vol. I; London; Longmans, Green, Reader, and Dyer; 1866, p.30 |
↑2 | Matteo Paris aggiunse una personale nota al suo manoscritto nella quale paragonava Roberto II a Esaù; Matthæi Parisiensis... p.30, n°3; Orderico Vitale, Historia Ecclesiastica, vol.III, VIII, 1, A.D. 1087-1088 |
↑3 | William of Malmesbury’s Chronicle of the kings of England… p.421 |
↑4 | Guglielmo di Jumièges, Historiae Normannorum, VIII, 14, A |
↑5 | Anche se sembra che abbia sperperato tutta la somma in buffoni e parassiti. William of Malmesbury’s Chronicle of the kings of England… p.421-2 |
↑6 | Tre sono le teorie sulla morte di Guglielmo il Rosso: omicidio, incidente e addirittura stregoneria, ovvero il re consapevolmente si sacrifica secondo un vecchio rito pagano. Warren Hollister, The strange death of William Rufus, in Speculum, 1973, vol.XLVIII, n°4, pp.637-653 |
↑7 | Orderico Vitale, Historia Ecclesiastica, vol.III,, 10, 16, 1100 A.D. |
↑8 | William of Malmesbury’s Chronicle of the kings of England… p.421 |
↑9 | Orderico Vitale, Historia Ecclesiastica, vol.III,, 11, 23, 1106 A.D. |
↑10 | Joh. Gerardi Vossii, De philosophia et philosophorum sectis libri II, Apud Adrianum, 1658, XII, c.37, p.105 |
↑11 | Sull’Arnaldo eretico. François André A. Pluquet, Dizionario dell’eresie, degli errori, e degli scismi: o sia Memorie par servire all’istoria degli sviamenti dello spirito umano rapporto alla religione cristiana. Tomo primo, Opera tradotta dal francese da Antonio Contin, presso Gian Francesco Garbo, Venezia, 1771, pp.293-5 |
↑12 | Lodovico Antonio Muratori, Antiquitates italicae medii aevi, vol.III, Mediolani, ex Typographia Societatis Palatinae in Regia Curia, 1740, p.935 |
↑13 | Questa particolare tesi nasce da un manoscritto conservato in Inghilterra con l’intestazione rex francorum |