L’uovo di Colombo e quello di Brunelleschi
L’uovo di Colombo
Questa incisione del belga Theodor de Bry del 1594 raffigura il famoso episodio dell’uovo di Colombo.

Ritornato dal primo dei quattro viaggi verso il Nuovo Mondo Cristoforo Colombo fu invitato a un banchetto organizzato in suo onore da diversi nobili spagnoli, i quali durante il banchetto lo provocarono affermando che chiunque avrebbe potuto scoprire la nuova rotta per le Indie: se non ci fosse riuscito Colombo sicuramente ci sarebbe riuscito uno dei numerosi cosmografi e ammiragli spagnoli. A tali provocazioni Colombo reagì con la richiesta di un semplice uovo e sfidò i convitati a mantenere dritto l’uovo sul tavolo. Nessuno dei convitati riuscì in tale sfida. Colombo prese l’uovo, ruppe leggermente la base e appoggiò l’uovo diritto sul tavolo sorprendendo tutti i convitati dimostrando che sono tutti bravi a parlare a cose fatte. Tuttora l’espressione uovo di Colombo indica il risolvere un problema impossibile con una semplicissima soluzione.
«Non sarà fuori di proposito raccontare quello che io ho inteso che successe in Ispagna al Colombo dapoi che egli ebbe ritrovate le Indie, ancora che sia stato fatto anticamente in altra maniera, ma nuovo allora. Trovandosi adunque Colombo in un convito con molti nobili spagnuoli, dove si ragionava (come si costuma) dell’Indie, uno di loro ebbe a dire: “Signor Cristofano, ancora che voi non aveste trovato l’Indie, non sarebbe mancato chi ‘l simile avesse tentato, come voi, qua nella nostra Spagna; come quella che è de grand’uomini giudicosa ripiena, cosmografi e letterati”. Non risposte Colombo a queste parole cosa alcuna, ma, fattosi portare un ovo, lo pose in tavola, dicendo: “Io voglio, Signori, con qual si voglia di voi giuocare una scommessa che non farete stare quest’ovo in piedi come farò io, ma nudo senza cosa alcuna.” Pruovaronsi tutti, e a nessuno successe il farlo stare in piedi; come alle mani del Colombo egli venne, dandogli una battuta, su la tavola lo fermò, stricciando così un poco della punta; onde tutti restarono smarriti, intendendo che voleva dire che dopo il fatto ciascuno sa fare, che dovevano prima cercare l’Indie, e non ridersi di chi le cercava innanzi, come un pezzo s’erano risi e meravigliati come cosa impossibile a essere.»
AA. VV., Scopritori e Viaggiatori del Cinquecento, a cura di Ilaria Luzzana Caraci, vol.II, Milano-Napoli, Ricciardi-Mondadori, 1996, pp. 668-669
Il primo autore a narrare questo episodio fu il lombardo Girolamo Benzoni, autore della Historia del mondo nuovo. Quest’opera in tre libri fu pubblicata per la prima volta a Venezia nel 1565 ed è tanto una storia della conquista del Nuovo Mondo quanto un’autobiografia dove l’autore narra dei suoi avventurosi quattordici anni vissuti tra i Caraibi e l’odierno Perù.
«Essendo io giovanetto di età d’anni ventidue e desideroso di vedere, come molti altri, il mondo e avendo notizia di quei paesi nuovamente ritrovati dell’India, cognominati così da tutti Il Mondo Nuovo, determinai d’andarvi; è così mi partì di Milano […]
AA. VV., Scopritori e Viaggiatori del Cinquecento, a cura di Ilaria Luzzana Caraci, vol.II, Milano-Napoli, Ricciardi-Mondadori, 1996, pp. 663-665
Così giungemmo a Cabagua (isola a sud dell’Isola di Margarita) e trovato in questa isola il Governatore Girolamo d’Ortal, il quale tanto mi stimulò che mi fece restar con lui, facendomi molte e gran proferte, come sogliono fare tali governatori del paese, dicendomi come in breve si voleva mettere in ordine con una buona quantità di Spagnuoli, per andare al suo governo, detto dai paesani Nautal (Anoantal, nord dell’Orinoco), oggi chiamato dagli Spagnoli il Dorato, che vuol significare paese di gran ricchezza, e che in breve tutti saremmo arricchiti. E così con queste parole di promesse vane e molte altre maggiori, che mi disse, mi restai, come quello ch’era desideroso così di vedere nuovi paesi come di farmi ricco.»
Appena ventiduenne Benzoni abbandonò Milano per Siviglia alla ricerca di un imbarco per le Indie, spinto dallo spirito di avventura e soprattutto dalla notizia di immense ricchezze in quelle lontane terre. Il giovane Benzoni non trovò immediatamente le ricchezze descritte dai numerosi scrittori spagnoli, ma fu testimone dell’incompetenza e dell’avarizia dei governatori spagnoli, della schiavizzazione e dello sterminio degli Indios. Benzoni partecipò alla tratta degli schiavi Indios e a spedizioni di esplorazione organizzate superficialmente come quella del primo governatore di Nuova Cartagho Diego Gutiérrez: una spedizione nella giungla dell’odierno Costa Rica che si concluse con un agguato degli Indios, con la morte di Gutiérrez e con la fuga disastrosa di soli sei superstiti tra cui lo stesso Benzoni.
Benzoni riuscì a trovare le ricchezze solo spostandosi a sud, qui si arricchì velocemente ma fu espulso insieme a tanti altri Levantini1Gli abitanti del Mediterraneo orientale: Italiani, Greci, Cristiani del Medio Oriente per ordine del viceré del Perù Pedro de la Gasca. Dopo quattro anni in Guatemala Benzoni decise di tornare in Italia, ma un naufragio nei pressi delle coste di Cuba gli costò una buona parte delle ricchezze depredate in Perù. Tornato in Italia alla fine del 1556, l’anno dopo iniziò a scrivere la sua Historia dedicandola al pontefice Paolo IV. Sicuramente Benzoni era ancora vivo alla pubblicazione della seconda edizione dell’opera nel 1572 data la presenza di una lettera dedicatoria al senatore milanese Scipione Simonetta.
«[…] di due milioni d’Indiani che vi erano a quest’isola (Hispaniola) tra ammazzati da sé stessi e dalle fatiche oppressi e con le crudeltà degli Spagnoli finiti, al presente non se ne ritruovano cento cinquanta. E questo è stato il modo di fargli cristiani. […]
In somma io dico che dove gli Spagnuoli hanno spiegato le sue bandiere, vi hanno lasciato di grandissima crudeltà, segno di odio perpetuo ai paesani.»
AA. VV., Scopritori e Viaggiatori del Cinquecento, a cura di Ilaria Luzzana Caraci, vol.II, Milano-Napoli, Ricciardi-Mondadori,1996, p. 676
Però questo non fu l’unico uovo dritto della storia italiana.
L’uovo di Brunelleschi
Filippo Brunelleschi fu uno dei principali artisti del primo Rinascimento, pittore, architetto, scultore e soprattutto autore della cupola del Duomo di Santa Maria del Fiore a Firenze. Proprio durante la progettazione di questa cupola compare il nostro uovo: Brunelleschi deve convincere i notabili fiorentini e soprattutto i numerosi operai della fattibilità e della sicurezza del progetto della sua cupola.
«Per la qual cosa, inanimiti i Consoli e gli Operai e que’ cittadini, si ragunarono tutti insieme, e gli architetti disputarono di questa materia; ma furon, con ragioni assai, tutti abbattuti e vinti da Filippo; dove si dice che nacque la disputa dell’uovo in questa forma: eglino arebbono voluto che Filippo avesse detto l’animo suo minutamente e mostro il suo modello, come avevano mostro essi il loro; il che non volle fare, ma propose questo a’ maestri e forestieri e terrazzani, che chi fermasse in sur un marmo piano un uovo ritto, quello facesse la cupola, che quivi si vedrebbe l’ingegno loro. Tolto dunque un uovo, tutti qu’ maestri si provarono per farlo star ritto, ma nessuno trovò il modo. Onde, essendo detto a Filippo ch’e’ lo fermasse, egli con grazia lo prese e datoli un colpo del culo in sul piano del marmo, lo fece star ritto. Rumoreggiando gl’artefici che similmente arebbono saputo fare essi, rispose loro Filippo ridendo che gli arebbono ancora saputo voltare la cupola, vedendo il modello o il disegno. E così fu risoluto ch’egli avesse carico di condurre questa opera, e dettoli che ne informasse meglio i Consoli e gli Operai.»
Giorgio Vasari, Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti; edizione digitale Liber Liber, pp. 657-658
Fake eggs
L’aneddoto dell’uovo di Brunelleschi è tramandato da Giorgio Vasari nella sua immensa raccolta di biografie dei principali artisti italiani. Tuttora si discute sulla veridicità di questi due aneddoti, perché tanto Vasari quanto Benzoni non furono testimoni dei rispettivi episodi e affermano di riportare un qualcosa che hanno ascoltato. La veridicità del racconto di Benzoni fu messa in discussione già da Voltaire e del naturalista tedesco di fine Settecento Alexander von Humboldt: entrambi affermarono che Benzoni ricopiò l’episodio di Brunelleschi per esaltare la figura di Colombo e attaccare gli Spagnoli2Alexandre de Humboldt, Examen critique de l’histoire de la géographie du nouveau continent, … Continue reading. Addirittura Andrè Thevet, esploratore francese, contemporaneo del Benzoni affermò che quest’ultimo non fosse mai esistito, la sua opera fosse semplicemente un gigantesco pamphlet anti-spagnolo costruito a tavolino. Gli studiosi contemporanei affermano che probabilmente l’aneddoto dell’uovo era una sentenza popolare, utilizzata tanto dal Benzoni che dal Vasari per esaltare rispettivamente Colombo e Brunelleschi. Nel caso particolare dell’avventuriero – storico lombardo egli potrebbe aver copiato dalle vite del Vasari data la sua abitudine a copiare e a riportare passi tratti da altre opere riguardanti il Nuovo Mondo3È possibile datare l’inizio della stesura della Historia al 1557, anno della pubblicazione della … Continue reading.
«Ed io non me ne meraviglio, facendo in quella città professione ognuno di sapere in questo, quanto i maestri esercitati fanno: come che pochi siano quelli, che veramente intendono; e ciò sia detto con pace di coloro che sanno.»
Giorgio Vasari, Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti; edizione digitale Liber Liber, p. 657
Bibliografia
- La historia del mondo nuouo di M. Girolamo Benzoni milanese. La qual tratta dell’isole, & mari nuouamente ritrouati, & delle nuoue città da lui proprio vedute, per acqua & terra in quattordeci anni; Venetia, (1565).
- Americae pars quarta. Sive, Insignis & admiranda historia de reperta primùm Occidentali India à Christophoro Columbo anno M. CCCCXCII Scripta ab Hieronymo Bezono Mediolanese, qui istic anis XIIII. versatus, diligeter omnia observavit. Addita ad singula ferè capita, non contemneda scholia, in quibus agitur de earum etiam gentium idololatria. Accessit praeterea illarum Regionum Tabula chorografica.; HJoh. Th. De. Bry., (1594).
- Alexandre de Humboldt, Examen critique de l’histoire de la géographie du nouveau continent, et des progrès de l’astronomie nautique aux quinzième et seizième siècles; vol.IV, Paris, Librairie de Gide, 1837.
- AA. VV., Scopritori e Viaggiatori del Cinquecento, a cura di Ilaria Luzzana Caraci, vol.II, Milano-Napoli, Ricciardi-Mondadori, 1996.
Note
↑1 | Gli abitanti del Mediterraneo orientale: Italiani, Greci, Cristiani del Medio Oriente |
↑2 | Alexandre de Humboldt, Examen critique de l’histoire de la géographie du nouveau continent, et des progrès de l’astronomie nautique aux quinzième et seizième siècles,; vol.IV, Paris, Librairie de Gide, 1837, pp. 152-3. |
↑3 | È possibile datare l’inizio della stesura della Historia al 1557, anno della pubblicazione della traduzione italiana della Historia di Lopez di Gomara, autore citato numerose volte da Benzoni. |